Aria fredda di origine polare proveniente dai Balcani hanno portato correnti fredde da nord-est che hanno generato precipitazioni nevose sulla regione Emilia-Romagna dal 24 al 26 marzo.
Le prime deboli precipitazioni a carattere nevoso si sono verificate nella serata del 24 marzo sull’Appennino centro-orientale, proseguendo anche nella giornata successiva. Nella giornata del 26 invece, i fenomeni si sono estesi anche verso la pianura, dove, principalmente nella fascia pedecollinare hanno assunto carattere nevoso nella mattinata. I fenomeni sono continuati per tutta la giornata, soprattutto nella parte centrale della regione, per poi indebolirsi in serata ed esaurirsi del tutto nel corso del 27 marzo.
La parte maggiormente interessata dalle precipitazioni è stato l’Appennino Romagnolo, seguito dal settore appenninico tra Modena e Bologna. Nel corso delle tre giornate infatti, le maggiori precipitazioni si sono avute sui rilievi il 24 e il 25 marzo e sul settore centro-orientale della regione il 26.

Mappa di riflettività da composito radar del 26-03-2020 alle ore 8:45 e 13:15
Nel corso dell’evento, la parte orientale della regione è stata interessata anche da venti di Bora che hanno raggiunto i 70 km/h sulla costa nella mattinata del 25 marzo. I valori massimi di velocità del vento sono stati infatti misurati tra la sera del 24 e il mattino del 25 marzo in varie stazioni situate quasi esclusivamente in pianura, tranne per quella di Madonna dei Fornelli (900m s.l.m.- BO) che ha registrato valori di burrasca moderata anche la sera del 25 marzo.
La ventilazione intensa ha generato anche un sostenuto moto ondoso sull’intera costa dell’Emilia-Romagna già a partire dal 22 marzo. La mareggiata si è poi protratta fino alle prime ore del 27, raggiungendo il valore massimo di 2.84 m il 25 alle ore 04:30. Anche se i valori di altezza d’onda non sono stati particolarmente rilevanti, è da sottolineare la durata della mareggiata di quasi 5 giorni nella sua totalità.
Analisi delle nevicate
Il 24 e il 25 marzo lo zero termico si è attestato tra i 600-700 metri del Piacentino e i 500-600 metri del Riminese. Nella giornata successiva invece c’è stato un abbassamento della quota dello zero termico nei settori occidentali al livello del suolo, intorno ai 300-400 metri nella fascia centrale e sui 400-500 metri nel Riminese. Questo ha fatto sì che il giorno 26 le precipitazioni nevose si spingessero fino alla prima pianura nel Bolognese, Modenese, Reggiano e Parmense. Nello specifico Bologna è stata imbiancata al mattino ma la neve si è sciolta nel pomeriggio. Nella fascia della bassa montagna, a Lizzano, Castel D’Aiano e Camugnano si sono registrati oltre 10 cm. Nel Modenese sono stati registrati 10 cm da Pavullo a Sestola e da Frassinoro a Fiumalbo e sono stati superati i 20 cm nella zona del Lago Santo sul Cimone e sulle Piane di Mocogno e a passo delle Radici. In Romagna nel mattino del 26 la neve ha raggiunto i 60 cm sul Fumaiolo (1407 m) e i 40 cm a Balze di Verghereto, 50 cm a Passo Mandrioli (1173 m), circa 20 cm a Bagno di Romagna e San Piero a 500 m. Nel Reggiano invece la neve ha imbiancato i tetti in pianura, mentre si sono registrati 10 cm a Castelnovo ne' Monti e 30 cm sul crinale.

Neve il 25/03 a Premilcuore (FC), fonte Emilia-Romagna Meteo, foto Angela Elleri, a Alfero (FC) fonte Emilia-Romagna Meteo, foto Cinzia Rubboli
L’evento ha causato anche alcuni danni ai territori della regione e qualche disagio. Ad esempio, nella notte del 23 e la mattina del 24 diffuse gelate in pianura hanno inflitto enormi danni al settore agricolo. Nella giornata del 25 invece, la neve ha creato qualche problema alla circolazione sui passi appenninici specie del Forlivese, come il Muraglione (dove ha raggiunto i 50 cm) con mezzi pesanti che si sono trovati in difficoltà e hanno dovuto essere soccorsi.
Informazioni più dettagliate sui dati meteorologici dell'evento e sui principali effetti sul territorio sono disponibili nel Rapporto dell’evento meteorologico dal 24 al 26 marzo 2020.