Tra il 21 e il 24 gennaio flussi di aria calda e umida hanno alimentato precipitazioni intense sulle aree appenniniche, con diversi impulsi a carattere di rovescio.
Il rapido aumento delle temperature ha favorito la parziale fusione del manto nevoso, che ha contribuito al verificarsi di piene su tutti i corsi d’acqua, con livelli prossimi alla soglia 3 sui fiumi Enza e Reno e superiori alla soglia 2 per quanto riguarda Taro, Parma, Secchia e Panaro.
Nel corso dell’evento si sono registrate numerose frane sull’Appennino emiliano centro-occidentale, con danni e disagi alla viabilità.
Le prime precipitazioni hanno interessato l’Appennino Piacentino e Parmense nella giornata del 21 gennaio, intensificandosi ed estendendosi verso est dalle prime ore del 22. Dalle ore 11 del 22 gennaio l’instabilità è risultata più marcata e ha interessato le aree comprese tra Piacentino e Bolognese, per poi attenuarsi temporaneamente. Nel giorno seguente si sono registrate precipitazioni in forma sparsa e di intensità moderata; tra il pomeriggio del 23 gennaio e le prime ore del 24 gennaio alcuni deboli impulsi instabili hanno interessato il nostro territorio muovendosi da ovest verso est, per poi esaurirsi.

Mappe di riflettività del composito radar del 22/01/2021 alle 19:50 (a sinistra) ed alle 20:35 (a destra).
IL VENTO
L’evento è stato caratterizzato da ventilazione in rinforzo già a partire dal 21 gennaio e più significativamente nelle tre giornate seguenti. La raffica massima più elevata è stata registrata a Madonna dei Fornelli (BO) pari a 62 km/h, seguita da Pennabilli (RN) con 60 km/h.
LE PIENE DEI FIUMI
Precipitazione cumulata sui bacini della regione Emilia-Romagna nelle 48 ore
centrali dell’evento, dalle ore 8:00 del 21 alle ore 8:00 del 23 gennaio.
Le precipitazioni più consistenti si sono registrate dal 21 al 23 gennaio, con valori tra 100 e 150 millimetri su gran parte dell’Appennino centro-occidentale.
I picchi maggiormente rilevanti sono stati i 511 mm di Lagdei (PR), i 387 mm a Lago Ballano (PR) e i 316 mm di Bosco di Corniglio (PR).
A causa degli intensi flussi meridionali, le precipitazioni sono risultate a carattere piovoso anche alle quote più elevate, fino alla notte del 23 gennaio, quando la quota neve si è abbassata fin sui 1200 metri.
La combinazione tra precipitazioni abbondanti e fusione della neve ha favorito piene di volume notevole su tutti i corsi d’acqua, risultate più consistenti su Enza e Reno, dove si è giunti a valori prossimi alla soglia 3 e su Taro, Parma, Secchia e Panaro dove è stata superata la soglia 2. Le piene si sono prolungate fino al 25 gennaio per poi esaurirsi.
La propagazione nei tratti vallivi è avvenuta senza particolari danni, anche grazie agli interventi preventivi ed al presidio delle arginature messi in campo a seguito della diramazione delle relative allerte.
I FENOMENI FRANOSI
Nel corso dell’evento si sono verificate numerose frane, con la provincia di Parma che è risultata la più colpita, con danni alle strade principali e secondarie sulla parte appenninica. Altri fenomeni franosi hanno interessato le province di Piacenza, Reggio Emilia, Modena e Bologna.
Intervento di somma urgenza realizzato dal Consorzio della Bonifica Parmense sulla strada Villa di Graiana – Roccaferrara (foto tratta da video del Consorzio della Bonifica Parmense)
Informazioni più dettagliate sui dati meteorologici dell'evento e sui principali effetti sul territorio sono disponibili nel Rapporto dell’evento meteorologico, delle piene e delle frane dal 21 al 24 gennaio 2021.