A partire dal 2 giugno, l’ingresso sull’Italia di correnti fresche settentrionali ha favorito l’innesco di fenomeni temporaleschi sull’intero territorio dell’Emilia-Romagna; le piogge hanno inoltre causato un rapido innalzamento dei livelli idrometrici nei tratti montani di Reno, Panaro e dei loro affluenti, e intensi fenomeni di erosione, trasporto ed accumulo di detrito, che hanno interessato edifici e viabilità nel comune di Alto Reno Terme.
Dal pomeriggio del 2 giugno fino alle prime ore del 5 giugno, l’Emilia-Romagna è stata interessata da più impulsi temporaleschi che si sono susseguiti su diversi settori della regione. La sera del 2 giugno rovesci di pioggia con grandine, non particolarmente persistenti, hanno causato allagamenti localizzati nel Reggiano, con fenomeni residui nella pianura centro-orientale il 3 giugno. I fenomeni più intensi si sono verificati però nella notte tra il 4 e il 5, quando si è sviluppata una linea temporalesca di forte intensità persistente sul settore appenninico centrale. In queste zone le precipitazioni orarie sono state diffusamente superiori ai 20 mm/h, soprattutto nella notte, con vari superamenti dei 30 mm/ora in particolare sul crinale del Bolognese, Modenese e provincia di Forlì-Cesena.

Mappa di riflettività del 4 giugno 2020 alle ore 19.35 (in alto) e 20.30 (in basso)
Le precipitazioni sono state accompagnate in alcuni casi anche da grandine, come quella avvenuta nel Reggiano il 2 giugno; sulla Statale 63 è stata registrata una grandinata durata 18 minuti che ha provocato rallentamenti, mentre a San Giovanni di Querciola (RE) è stata segnalata grandine come nocciole della durata di circa un’ora.

Grandine a Vezzano sul Crostolo (RE),in alto a sinistra (da video di www.Reggionline.it) e in alto al centro (Centro Meteo Emilia-Romagna) ad Albinea (RE), in alto a destra (www.Reggionline.it)
Numerosi anche i fulmini che si sono abbattuti nel Reggiano e nel Bolognese. La ventilazione è stata sostenuta a quote montane tra la fine della giornata del 3 e per tutto il 4 giugno raggiungendo e superando i 90 km/h nella stazione di Madonna dei Fornelli (BO) e Pennabilli (RN), dove i valori di raffica si sono mantenuti superiori a 72 km/h per varie ore.
Le piogge hanno causato numerosi allagamenti localizzati nelle zone di Gaggio Montano, Castiglione dei Pepoli e Porretta Terme e nei comuni di Medicina e Bologna. Inoltre nel comune di Alto Reno Terme la viabilità provinciale ha subito tre diverse interruzioni a causa di fenomeni fluvio-torrentizi che hanno interessato gli impluvi, molto incisi e ripidi, del Fosso Galleria, Fosso di Foretta e del Fosso Casa Canna.

Particolari del materiale trasportato lungo il Fosso Casa Canna ai due estremi della via Camiaio (Molino del Pallone, Alto Reno Terme, BO) (foto VV.FF.).
Le piene dei fiumi regionali
Le precipitazioni intense e persistenti sul crinale appenninico nella notte tra il 4 ed il 5 giugno hanno generato anche rapidi innalzamenti dei livelli idrometrici nelle sezioni montane di tutti i corsi d’acqua appenninici del settore centrale della regione. Colmi di piena hanno superato le soglie 1 nelle sezioni dei fiumi Secchia e Savio, mentre sul Reno e sul suo affluente Silla, e sul Panaro ed i suoi affluenti Acquicciola, Leo e Scoltenna, gli impulsi di piena hanno superato le soglie 2 in tutte le sezioni montane dei corsi d’acqua. Le piene di Reno e Panaro si sono poi propagate rapidamente nei rispettivi tratti vallivi, dove invece i colmi hanno superato le sole soglie 1. Nel tratto medio vallivo e nel tratto arginato del Panaro, si sono verificati intensi fenomeni di erosione spondale e trasporto solido nei piccoli bacini montani a carattere torrentizio.
Informazioni più dettagliate sui dati meteorologici dell'evento e sui principali effetti sul territorio sono disponibili nel Rapporto dell'evento meteo idraulico e idrogeologico dal 2 al 5 giugno 2020.