Il sistema di allertamento: la fase di previsione

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Il sistema di allertamento si articola in due fasi temporali distinte e successive:

  • fase di previsione: ha luogo prima che l’evento si verifichi e permette l’attivazione di azioni di prevenzione volte a ridurre il possibile danno sul territorio;

  • fase di evento: si attiva soltanto al manifestarsi di un evento e comprende le attività di monitoraggio, di contrasto e di gestione dell’emergenza in atto.

La fase di previsione

L’attività di previsione del rischio meteo, idrogeologico, idraulico e costiero in Emilia-Romagna è svolta dalla Struttura IdroMeteoClima di Arpae - Centro funzionale e dal Servizio Geologico Sismico e dei Suoli della Regione (SGSS) che, ogni giorno, elaborano le previsioni per le successive 24-36 ore, analizzando in particolare, per ciascuna delle zone di allertamento in cui è suddiviso il territorio regionale, i seguenti fenomeni: piene, frane, temporali, vento, neve, pioggia che gela, temperature estreme (ondate di calore e gelo), stato del mare e mareggiate.

Sulla base delle previsioni e degli scenari di evento connessi, il Centro Funzionale di Arpae e il SGSS insieme all’Agenzia regionale per la sicurezza territoriale e la protezione civile valutano il livello di criticità atteso sul territorio ed emettono ogni giorno un unico documento congiunto. In caso di assenza di fenomeni significativi viene pubblicato un bollettino di vigilanza verde, mentre in presenza di una o più criticità sul territorio esce un’allerta gialla, arancione o rossa a seconda del livello atteso.

Come avviene la previsione

La situazione prevista viene analizzata con l’aiuto di modelli fisico-matematici che forniscono preziose informazioni sull’evoluzione dei fenomeni oggetto di allerta.

Per quanto riguarda il contesto meteorologico Arpae aderisce al consorzio internazionale Cosmo che si occupa di sviluppare e migliorare i modelli numerici deterministici ad area limitata da usare operativamente per le previsioni. Per stimare l’errore di questo tipo di previsioni è stato formulato anche un sistema di ensemble che elabora diversi scenari e permette di calcolare la probabilità che un evento si verifichi.

In aggiunta è disponibile anche la modellistica del Centro Europeo che consente di analizzare la situazione a grande scala e su un periodo temporale più ampio rispetto ai prodotti ad area limitata.

In modo analogo per le criticità sul territorio vengono utilizzati dei modelli fisico-matematici specifici che consentono di prevedere le piene dei fiumi, la probabilità di innesco di movimenti franosi e le dinamiche marine.

I limiti della previsione

Le previsioni tuttavia presentano dei limiti spazio-temporali: significa pertanto che oltre le 48-72 ore diventa complesso fornire un alto livello di dettaglio e allo stesso tempo non è possibile restringere l’analisi a una porzione di territorio eccessivamente ridotta. Per questi motivi le allerte sono sempre emesse con un orizzonte massimo di 36 ore e per zone di allertamento con caratteristiche omogenee, allo scopo di minimizzare per quanto possibile le incertezze associate alle previsioni.

Pur mantenendosi all’interno di questi parametri, rimane un grado di incertezza legato sia alle caratteristiche proprie dell’atmosfera, sia alla vulnerabilità del territorio su scala locale, soprattutto per quanto riguarda i fenomeni franosi e quelli di piena dei corsi d’acqua minori afferenti alla criticità idrogeologica. 

Infine alcuni fenomeni, come ad esempio i temporali, sono caratterizzati da un grado di  incertezza più elevato in fase di previsione, a causa di una maggiore localizzazione e rapidità di evoluzione che li contraddistingue.

Tuttavia grazie ai modelli fisico-matematici a disposizione e al lavoro congiunto dei previsori del Centro Funzionale di Arpae e del Servizio Geologico Sismico dei Suoli è possibile elaborare delle previsioni piuttosto accurate che permettono l'attivazione delle azioni preventive per mitigare gli eventuali danni sul territorio e prepararsi alla gestione dell’emergenza.

Per approfondire: