In fase di evento: come funziona il monitoraggio

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Il sistema di allertamento si suddivide in due fasi distinte: quella di previsione e quella di monitoraggio. La prima è costituita dalla valutazione, con un giorno di anticipo, degli effetti sul territorio generati dagli eventi meteorologici, mentre la seconda consiste in un’osservazione, diretta e strumentale, dell'evento in atto.

Nello specifico la fase di monitoraggio viene attivata in caso di evento in corso, così da rendere disponibili informazioni in tempo reale a tutti gli enti e le strutture operative del sistema regionale di protezione civile, utili all’adozione tempestiva delle azioni di contrasto degli eventi in atto e alla gestione dell’emergenza sul territorio.

In corso di evento, il monitoraggio strumentale delle precipitazioni e delle piene nei corsi d’acqua maggiori viene condotto dalla sala operativa del Centro funzionale di Arpae, che rimane attiva H24.

Per il monitoraggio dei temporali i previsori meteo considerano la stima delle precipitazioni in atto sul territorio fornita dal radar meteorologico, le mappe di fulminazione e i dati pluviometrici, e comunicano in tempo reale informazioni qualitative sull’evoluzione dei temporali attraverso segnalazioni sui canali social ufficiali di Allerta Meteo (Twitter e Telegram).

I principali strumenti per il monitoraggio delle piene dei corsi d’acqua maggiori (criticità idraulica) sono la rete idropluviometrica regionale in telemisura, che registra i dati di pioggia sui bacini idrografici e i livelli idrometrici dei corsi d’acqua, e il radar meteorologico.

I risultati del monitoraggio strumentale e la previsione della propagazione delle piene in atto sono sintetizzati in documenti di monitoraggio, emessi periodicamente a beneficio degli enti e delle strutture di protezione civile che gestiscono le piene sul territorio. 

Per la criticità idrogeologica, che riguarda invece frane e piene dei corsi d’acqua minori, non si dispone di una rete in telemisura che permetta un monitoraggio strumentale da remoto degli effetti al suolo. Di conseguenza non vengono emessi documenti di monitoraggio e non è possibile fare una previsione a breve termine dell’evoluzione degli eventi in corso.

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