Tra il 4 e l’8 dicembre la presenza di flussi instabili ha alimentato sul territorio dell’Emilia-Romagna diversi impulsi perturbati, con precipitazioni intense e a carattere temporalesco, anomale dal punto di vista climatico per il periodo invernale.
Le precipitazioni abbondanti, unitamente a un repentino aumento delle temperature, hanno causato la parziale fusione della neve caduta tra l’1 e il 3 dicembre, con incremento dei livelli dei corsi d’acqua. Si sono quindi generate piene sui fiumi di Enza, Secchia, Panaro e Reno, che si sono prolungate nei tratti di valle fino al 10 dicembre. La piena del Panaro ha superato i massimi storici, inoltre si è verificata una rotta sull’argine destro la mattina del 6 dicembre che ha causato l’allagamento di un’area di circa 15 km2 da Castelfranco Emilia a Nonantola. Nel corso dell’evento si sono verificate numerose frane sull’Appennino che hanno interessato la viabilità, mentre lungo la costa le mareggiate hanno causato ulteriori danni sul territorio.
Le piene dei fiumi

Le piene dei fiumi sono state favorite da abbondanti precipitazioni sulle aree di crinale, che hanno mediamente superato i 150 mm/48 ore sul crinale di Enza e Reno e i 200 mm/48 ore sul crinale di Secchia e Panaro. A questo si è aggiunta la fusione parziale della neve già presente a causa del rialzo termico.
La situazione più critica si è registrata nel Modenese, dove gli intensi impulsi perturbati a monte hanno favorito un repentino aumento del livello del Panaro, dapprima nel tratto montano e successivamente a valle. Il 6 dicembre alle ore 6:00 è avvenuta la rottura dell’argine destro del Panaro nel comune di Castelfranco Emilia, ha provocato l’allagamento delle aree circostanti fino al centro di Nonantola. Ai piani terra delle case sono stati segnalati fino a 1,50 m d'acqua e 364 persone sono state evacuate, principalmente nel comune di Nonantola. L’intervento di AIPO ha consentito una rapida chiusura della falla nella prima mattinata del 7 dicembre.

I fenomeni franosi
Nel corso dell’evento si sono verificate anche numerose frane che hanno interessato il sistema stradale provinciale e comunale, soprattutto nel settore centro-occidentale della regione dove alle piogge si è sommato un significativo scioglimento della neve già presente al suolo.
Le mareggiate
Tra il 4 e l’8 dicembre, la persistenza di condizioni di acqua alta con livello del mare superiore a 1 metro ha innescato numerose criticità di tipo costiero con fenomeni di erosione diffusa soprattutto sulla parte settentrionale del litorale. La situazione più grave si è verificata nella provincia di Ferrara, con una significativa modifica del profilo della spiaggia e la perdita degli argini invernali posti a difesa dell’arenile. Sulla provincia di Ravenna, interessata da elevati livelli di marea e moto ondoso, oltre all’erosione della duna invernale si è registrato l’affondamento di un peschereccio a Marina di Ravenna. Situazioni simili anche nella provincia di Forlì-Cesena e Rimini con danneggiamento o parziale perdita delle dune di difesa.

Informazioni più dettagliate sui dati meteorologici dell'evento e sui principali effetti sul territorio sono disponibili nel Rapporto dell’evento meteorologico, delle piene e delle frane dal 4 all’8 dicembre 2020.