Nei giorni tra il 30 gennaio e il 3 febbraio la nostra regione è stata interessata da precipitazioni diffuse di pioggia e neve che hanno determinato anche piene dei corsi d'acqua appenninici con livelli significativi nelle sezioni vallive, in cui si sono raggiunti colmi di piena che in alcuni casi - come per il fiume Reno - sono risultati tra i massimi storici. Nelle giornate dell'1 e 2 febbraio si sono verificati inoltre fenomeni di gelicidio e sono stati registrati venti forti con raffiche sull'Appennino centro-orientale.

Mappe di riflettività radar del 02/02/2019 alle 00:45 (in alto a sinistra), del 02/02/2019 alle 01:55 (in alto a destra), alle 04:45 (in basso a sinistra) e alle 05:30 (in basso a destra)
Nella giornata del 30 gennaio, il rapido il passaggio di un'onda depressionaria sull'Italia del nord ha determinato precipitazioni anche a carattere nevoso che, partendo dal Piacentino e Parmense, hanno gradualmente interessato l'intero territorio regionale. Il giorno seguente, 31 gennaio, l'onda depressionaria si è portata verso est mantenendo debole instabilità sulla nostra regione, con precipitazioni di scarsa consistenza che hanno prevalentemente interessato il settore orientale e i rilievi appenninici, assumendo carattere nevoso a quote collinari e - occasionalmente - in pianura.
L’1 febbraio la nostra regione è stata interessata da correnti di aria calda che hanno investito il crinale appenninico, innalzando rapidamente le temperature e causando così un parziale scioglimento del manto nevoso accumulato in precedenza, nonché determinando forti quantitativi di precipitazioni piovose anche sulle cime più alte, che si sono poi estese anche all’Appennino orientale per il resto del giorno. Nel corso della stessa giornata il ristagno di aria fredda intrappolata nelle vallate ha generato il fenomeno del gelicidio, che è perdurato dal mattino dell’1 fino a notte del 2 febbraio, in particolare nella parte centro-occidentale della regione, dal Piacentino al Modenese.
Nella giornata del 2 febbraio, le precipitazioni hanno attraversato la regione portando intensi fenomeni anche sulla pianura centro-orientale fino alla costa, mentre altri sistemi isolati ma anche di notevole intensità hanno interessato il Parmense e il Bolognese.

Mappe di cumulate radar di precipitazione giornaliera del 01/02/2019 (a sinistra) e del 02/02/2019 (a destra)
Per comprendere le cause della formazione delle piene dei fiumi che si sono verificate durante l'evento nel suo complesso, è utile considerare due fasi: la prima, tra il 30 e il 31 gennaio, caratterizzata da precipitazioni deboli e/o a carattere nevoso; la seconda fase, dall’1 al 2 febbraio, caratterizzata invece da piogge intense sul crinale appenninico centro-occidentale, che hanno generato la concentrazione dei deflussi sui fiumi appenninici, dovuta al rapido scioglimento delle precipitazioni nevose dei due giorni precedenti. In sintesi, lo scioglimento della neve già presente, la saturazione dei suoli, nonché le precipitazioni dei giorni precedenti, sono i fattori che hanno causato le piene dei fiumi Taro, Panaro, Secchia, Enza, Reno e un’onda di piena di notevole volume di quest'ultimo.

Ed è stata proprio la piena del Reno nella provincia di Bologna a causare i danni più significativi al territorio: numerosi gli allagamenti nelle zone limitrofe al corso d’acqua, in particolare la rottura dell’argine destro nel pomeriggio del 2 febbraio a Castel Maggiore ha comportato l’allagamento di un’area di circa 27 chilometri quadrati, fino all’abitato e alla zona artigianale di Argelato, arrivando anche a S. Giorgio di Piano. A Bologna, nella zona di Borgo Panigale, la piena del Reno ha invaso giardini, cortili e parzialmente alcune abitazioni, oltre al centro sportivo. Sono state evacuate in tutto 381 persone: 345 a Castel Maggiore, 25 ad Argelato, 6 a Bologna e 5 a Castello d’Argile. Allagamenti causati da piccole esondazioni anche a Sasso Marconi, Casalecchio di Reno e Vergato. Piccoli smottamenti e cadute di rami a causa del forte vento e dell'intensa pioggia si sono verificati su diverse strade provinciali. Numerosi dissesti idrogeologici sono stati segnalati nell’Appennino Reggiano e nel Piacentino.

Salvataggio con l’elicottero (in alto a sinistra, da “Il Resto del Carlino”), danni a Castel Maggiore (in alto a destra, dalla
pagina Facebook del Comune di Castel Maggiore), la piena del Reno a Bologna (in basso, foto Andrea Valentini)
A causa del fenomeno di gelicidio, nel Piacentino si sono verificati disagi soprattutto nelle alte valli. Un blackout ha colpito la zona della Valboreca e dell'alta Valnure. Decine sono stati gli interventi per liberare alcune provinciali da rami e alberi crollati sotto il peso della pioggia ghiacciata e alcune auto sono finite fuori strada. Problemi a causa del ghiaccio sulle strade anche nel Modenese.
Danni causati anche dalle mareggiate, che hanno colpito la costa ravennate e causato gravi problemi di erosione. Danni sono stati causati dalle onde a Marina di Ravenna, Marina Romea, Valverde (FC), Lido di Volano sud (FE).
Informazioni più dettagliate sui dati meteorologici dell'evento e sui principali effetti sul territorio sono disponibili nel Rapporto dell'evento meteorologico dal 30 gennaio al 03 febbraio 2019